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Oggi

La NOSTRA è la STORIA di una FAMIGLIA
che da quattro generazioni si dedica a rendere più dolce la vita di milioni di consumatori in tutto il mondo, con immutata passione.

LE ORIGINI

Francesco Antonio Balocco nasce a Narzole nel 1903, figlio di un brillante commerciante, titolare di una Confetteria e Drogheria nella via principale del paese.

A 11 anni Francesco Antonio inizia il suo apprendistato da pasticcere, che lo porterà a lavorare in alcune storiche pasticcerie piemontesi, tra le più famose ad inizio secolo: a Bra, presso la pasticceria Converso, a Torino, presso la Pasticceria Giordano, la Pasticceria Fréjus e la storica Confetteria De Coster.

LA PRIMA PASTICCERIA

Nel 1923 Francesco Antonio apre una pasticceria in via Marconi a Fossano con il fratello Alfredo, che nel 1927 si trasferisce a Ventimiglia. Francesco Antonio invece rileva una pasticceria in piazza Castello a Fossano, dove mette a frutto i tanti anni di gavetta, conquistando un numero sempre maggiore di clienti.
Nel gennaio del 1930 sposa Lucia Cussino, che nello stesso anno morirà purtroppo di parto, dando alla luce il figlio Aldo.

Nel 1933 Francesco Antonio apre la sua seconda pasticceria: nel nuovo locale arredato in stile impero, al fondo della centrale Via Roma, si respira un fascino ricco di stile e modernità. 

Francesco Antonio e il figlio Aldo: inizia la TRADIZIONE DI FAMIGLIA.

LA GUERRA E LA RINASCITA

Durante la seconda guerra mondiale entrambe le pasticcerie vengono distrutte dalle camicie nere, e Francesco Antonio e Aldo sono costretti a sfollare nelle Langhe. Terminata la guerra, vengono ricostruiti sia il laboratorio che i due negozi, che ben presto riaprono.

L’attività è intensa e si comincia a produrre pasticceria secca, da poter rivendere all’ingrosso.
Nel 1949 si decide di espandere l’attività spostando la produzione in uno stabilimento di 5.000 mq: la nuova fabbrica occupa 30 addetti. 

IL DOPO GUERRA

Negli anni cinquanta vengono installati i primi forni per la produzione di panettoni, realizzate le prime prove di lievitazione naturale e di glassatura dei panettoni con nocciole, granella di zucchero e mandorle tostate: nasce così il Mandorlato Balocco. ed è subito un grande successo.
Nei primi anni sessanta inizia la costruzione di una rete di vendita e nel 1964 viene acquistato un terreno di 70.000 mq in zona Santa Lucia a Fossano, dove inizia la costruzione della nuova fabbrica, nella quale nel 1969 viene trasferita la produzione, e dove ha tuttora sede l’azienda.

LA PUBBLICITÁ

Sull’onda dei successi ottenuti dal Mandorlato e con la voglia di crescere e di farsi conoscere a livello nazionale, Aldo Balocco decide di puntare tutto sulla pubblicità. Il primo spot TV nella storia della Balocco va in onda il 1° dicembre del 1975 su Carosello, all’epoca unico spazio pubblicitario della televisione italiana.
Aldo Balocco decide di affidare le sorti del suo Mandorlato alle soubrette più famose del momento, le gemelle Alice e Ellen Kessler: ben presto il Mandorlato entra nelle case di tutti gli italiani.

Heather Parisi, simbolo della TV italiana degli anni ’80, TESTIMONIAL MANDORLATO BALOCCO.

IL MANDORLATO BALOCCO

Il successo del Mandorlato, divenuto nel frattempo vero e proprio simbolo dell’azienda, prosegue grazie ad una fortunata campagna pubblicitaria, che ha come protagonista Heather Parisi.

Comincia una crescita inarrestabile: nel 1987 la superficie produttiva raggiunge 32.000 mq, il fatturato supera il controvalore in lire di 14 milioni € e gli addetti salgono a 135. 

LA NUOVA GENERAZIONE

Nel 1990 entrano in azienda Alessandra ed Alberto, terza generazione della famiglia Balocco, mentre nel 1994 muore, all’età di 91 anni, Francesco Antonio Balocco, fondatore dell’azienda.

Il passaggio generazionale ha contribuito a far diventare Balocco uno dei modelli imprenditoriali di maggior successo in Italia, grazie ad una forte coesione familiare, alla capacità di innovare e di competere in mercati sempre più globalizzati. Il passaggio è avvenuto in modo virtuoso, senza discontinuità fra le due generazioni che continuano ancora oggi a lavorare fianco a fianco. 

LA CRESCITA CONTINUA

Nel 2003 la superficie produttiva raggiuge 44.000 mq e Balocco entra nel mercato dei frollini da prima colazione.
Nel 2006 viene lanciata la campagna pubblicitaria “Il Signor Balocco”, ambientata in una fabbrica d’altri tempi e in un’atmosfera magica, che comunica la cura e la passione con cui la famiglia Balocco si dedica ai suoi prodotti. La scelta si dimostra vincente e volumi, fatturato e quote di mercato continuano a crescere.

Anni 2010: Riconoscimenti e Sponsorship

Il 2 giugno 2010 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nomina Aldo Balocco Cavaliere del Lavoro: la Balocco rappresenta un vanto per il territorio ed un faro per l’economia locale.
A partire dal 2010 la comunicazione lavora anche con due importanti sponsorizzazioni: il marchio Balocco compare sulla maglia della Juventus FC nei campionati serie A Tim 2010/11 e 2011/12 e, dal 2013 al 2015 sulla Maglia Rosa del Giro d’Italia.

Innovazione, Comunicazione e Tecnologia:
con questo team, Balocco continua a crescere

ANNI 2020

Dal 2014 l’azienda inizia un importante piano di investimenti destinato all’acquisizione di nuove tecnologie, al miglioramento di quelle esistenti, alla sostenibilità ambientale:

viene installato uno dei più grandi impianti fotovoltaici su copertura industriale del Piemonte, che copre oltre un terzo del fabbisogno energetico dell’azienda.

AI GIORNI NOSTRI

IL NOSTRO PRESENTE

Oggi al timone dell’azienda c’è Alessandra Balocco, con al suo fianco il marito Ruggero Costamagna e Diletta, primogenita di Alberto Balocco, nonchè quarta generazione della Famiglia. Nel 2023 la Balocco arriva a realizzare un giro d’affari di 254 milioni di euro, con un patrimonio netto di 85 milioni di euro.

Negli ultimi anni cresce l’attenzione verso i mercati esteri: il marchio Balocco è diventato sinonimo di qualità "Made in Italy" in oltre 67 Paesi. Nel 2023 il giro d’affari export ha raggiunto i 32 milioni di €, il 13% delle vendite totali. Il 67% dei volumi è realizzato all’interno della UE, mentre il 33% nei paesi Extra UE.